Stella nel cielo d’estate

cielo
In queste notti fulgide di estate, scruto il cielo e mi trovo a pensare che la tua anima, leggera e nobile, si muova svelta e incuriosita in un universo che è la dimensione eterna e infinita che ora ti appartiene. Stella tra le stelle, più duraturo di loro, perché pura luce ideale.
Papà

Stella, mia unica stella,
nella povertà della notte sola,
per me, solo, rifulgi,
nella mia solitudine rifulgi;
ma, per me, stella
che mai non finirai d’illuminare,
un tempo ti è concesso troppo breve,
mi elargisci una luce
che la disperazione in me
non fa che acuire

Giuseppe Ungaretti da Ungà

Una dedica per te

teatro 3Ieri sera i laboratori artistici del Liceo Giolitti – Gandino di Bra al Teatro Politeama hanno rappresentato il Prometeo incatenato, tragedia scritta da Eschilo intorno al 460 a.C.: un grande spettacolo che ha coinvolto e affascinato il folto pubblico sia per l’intelligente regia di Vincenzo Santagata e le straordinarie coreografie di Donatella Poggio sia per la bravura e la freschezza dei numerosi studenti impegnati. Questo spettacolo, un evento importante e atteso per la città, è stato dedicato con le parole commosse della dirigente scolastica Francesca Scarfì e con il lungo applauso della platea ad Alessandro che nel 1999, l’ultimo suo anno al Liceo, aveva appunto interpretato il titano generoso, punito da Zeus per aver rubato il fuoco agli dei e averlo donato agli uomini.

E’ impressa e custodita nella mia mente, nitida e indelebile, la cara immagine di Alessandro nel ruolo di Prometeo, legato alla roccia da lunga e pesante catena, senza ornamento alcuno se non la sua apollinea bellezza, fremente di tensione interiore nello sforzo di fare rivivere il mito dell’antico eroe, simbolo della condizione umana, metafora del libero pensiero, della preveggenza, della civiltà.

Anche il Prometeo interpretato da Alessandro, come quello di ieri sera, è consegnato alla storia del glorioso laboratorio teatrale del Liceo di Bra: ormai un repertorio di cultura, di studio e di ricerca che si arricchisce anno dopo anno e testimonia l’insopprimibile e congenito desiderio dell’uomo di usare la finzione scenica per comunicare, raccontare realtà e sentimenti, suscitare dubbi e porre domande.

Alessandro ha lasciato al nostro ricordo, alla nostra struggente nostalgia anche la sua bella pagina vissuta sul palcoscenico del Liceo, scritta con il nobile e arduo linguaggio dell’arte drammatica.

Margherita Testa